lunedì 17 giugno 2013

Pensavo Fosse Freddie, invece era un riflesso!!!

MA TUTTO IL RESTO ERA VERO!!!!!

E' quello che ho pensato, ridendoci su a crepapelle, quando ho visto l'ingrandimento sul computer di una strana foto: sul palco vuoto ad un angolo, si vedeva un volto stilizzato, evanescente, quasi impercettibile. Sembrava un fantasma, ma aveva un aspetto familiare!!!! Guardandolo bene, eravamo tutti d'accordo... era Freddie!!! Può essere che lo spirito di Freddie era al Roadhouse Music Club di Nemi, per partecipare alla festa dei dieci anni degli EverQueen, con la partecipazione straordinaria di Jamie Moses?
Ho fatto l'ingrandimento della foto sul computer... ed ho scoperto l'arcano: il vetro che ricopriva la batteria sul palco risultava invisibile dalla foto... in realtà rifletteva un murales al lato del palco, che raffigurava Freddie Mercury .. il gioco di luci e la deformazione dell'immagine del murales dovuto proprio alla posizione dove mi trovavo io a scattare la foto, aveva in realtà, rigirato in negativo e modificato quell'immagine perfezionandola rendendo il viso di Freddie più vicino e autentico di quanto non lo fosse sul murales... sembrava davvero lo spirito di Freddie, invece era un riflesso!!!! 
Cose che capitano quando si ha a che fare con qualcosa di magico (A Kind Of Magic...)
Del resto lo spirito di Freddie é dentro ognuno di noi... quando andiamo ad accogliere una tribute band che ricalca in maniera eccezionale il capolavoro artistico dei Queen. Gli EverQueen hanno recentemente elettrizzato Stazione Birra, quando il fenomenale nuovo cantante, Daniele Sanna ha esordito la prima volta...
Ma la loro storia parte da lontano, in un posto insolito e in un giorno insolito... il 1° maggio
L'anno era il 2003, ed il posto era una  una panchina di metallo di un parco pubblico... Andrea Scacco (tastierista della band) e Terzio Di Fiori (batterista), si trovavano a parlare del più e del meno... d'un tratto Terzio dice: "Perché non facciamo una tribute dei Queen???"... una cosa buttata li per li... su di una panchina... 
Poteva avere un seguito? E invece ce l'ha avuto a quanto pare. Tre settimane dopo,  Andrea e Terzio si ritrovano in una sala prove... e li inizia tutta un'altra storia...
Questa storia, ha il suo epilogo lo scorso 15 giugno 2013, al Roadhouse Music Club, una splendida location immersa nel verde, a due passi dal lago di Nemi.
Nella serata per festeggiare i dieci anni di vita degli EverQueen, arrivava direttamente dall'Inghilterra Jamie Moses, chitarrista ritmico nei "Queen+Paul Rodgers", progetto di Bryan May e Roger Taylor che tra il 2005 ed il 2009 ha riportato per teatri, stadi e palasport la magia dei concerti dei Queen, a distanza di molti anni dal ricordo del mitico "Live At Wembley" e dopo la scomparsa di Freddie Mercury. Jamie Moses è un grande amico di Bryan May.. ha militato oltre che nel progetto Queen + Paul Rodgers anche nei Los Pacaminos di Paul Young ed ha preso parte ai progetti solisti di grandissimi del Rock come Tony Hadley (ex Spandau Ballet) e Gary Burlow (ex Take That)
Un grande artista, ma soprattutto una persona straordinaria. Al Roadhouse Music Club è stato disponibilissimo con tutti... sempre sorridente e dai modi affabili. Quasi come fosse stato da sempre un vecchio componente della band.. Jamie ha saputo dare carica di energia positiva ad una festa, che senza di lui sarebbe stata sicuramente, meno bella.
Spesso quando hai davanti personaggi di questo calibro, hai quasi paura e soggezione... li vedi irraggiungibili, scostanti...
Jamie Moses al contrario è una persona capace di metterti a proprio agio... sai che stai con uno straordinario artista, semplice ed umilissimo....
Insieme agli EverQueen, ha saputo dare vita ad uno spettacolo straordinario, che ha entusiasmato il numeroso pubblico accorso a vederli. 
Gli EverQueen da sempre investono molto sulla tecnica, non amano essere teatrali come fanno altri... che magari dietro a costumi e potenti scenografie celano pochezza e mediocrità musicale... sia essa una tribute che magari una band che fa musica originale.
E' per questo che da oltre dieci anni, sono apprezzati da pubblico e critica collocandosi tra i migliori tributi italiani, vantando collaborazioni con personaggi dell’entourage dei Queen stessi. Per scelta artistica, gli EverQueen tengono fede alla loro storia, riproducendo fedelmente i brani epici dei Queen, senza però spostare l’attenzione del pubblico su cambi di abito, costumi o affini, semplicemente perché credono fermamente che riprodurre il carisma, la sfrontatezza, l’esuberanza del Leader Freddie Mercury, sia impresa ardua e impossibile, per certi versi anche grottesca ed irriverente. E come loro ce ne sono pochi che fanno così, ma non è un caso se questi pochi, alla fine sono quelli più apprezzati dal punto di vista della critica.
Anche al Roadhouse hanno saputo mantenere fede alla linea: nessun effetto, solo tanta, tantissima buona musica...
Una scaletta di grande prestigio.. com'è nel loro stile... rigorosa, con pezzi celebri e chicche particolari, quali "Spread Your Wings" celebrata molto poco da altre tribute, pur sempre presente nelle serate degli EverQueen.  A metà spettacolo sale sul palco Jamie, ed il pubblico si entusiasma. Scaldato già dalle performance vocali di Daniele Sanna e dai virtuosismi di Valerio Capodagli, un "Bryan May" un po' scarsicrinito (come il sottoscritto del resto...) ma assolutamente di grandissima abilità tecnica. E' stato Jamie Moses in persona a spendere bellissime parole per Valerio, affermando come il suo sound sia molto simile a quello di Bryan May. Gli EverQueen e Jamie hanno saputo infiammare la platea, con versioni stupende di autentici capolavori come "Tie Your Mother Down", "I Want To Break Free", "Radio Ga Ga", "Under Pressure", "Crazy Little Thing Called Love" ed altri straordinari brani... ripetuti con impeccabile maestria. Una serata troppo bella per essere vera...
Eppure davvero era tutto li: la musica, la gente, le straordinarie canzoni dei Queen, Jamie Moses... e forse anche Freddie... nascosto li... da qualche parte... anche se quello che ho visto io era solo un riflesso... anche se dannatamente somigliante!!!!
Ma quando hai davanti Jamie Mose e gli EverQueen che si scatenano sul palco, dandoci dentro con "Hammer To Fall", "Bohemian Rapsody" o "Fat Bottomed Girls" , la magia sta tutta li... 
Dieci anni e non sentirli... ed affrontare i prossimi dieci con ancora la stessa energia.. questa é l'impressione che gli EverQueen danno e anche la loro stessa voglia: fare altri dieci anni suonando sempre per divertirsi... ma cercando di fare le cose alla grande.
Fino ad adesso, le cose in grande le hanno fatte.. la straordinaria serata con Jamie Moses è stata la vera ciliegina sulla torta del loro compleanno. Già la torta!!! Non aveva ciliegine sopra... proprio perché la vera ciliegina era la sul palco: era alto ed aveva una folta chioma bionda e riccia, tenuta imbrigliata a stento da una fascia ferma sudore.
 Aveva maglietta bianca con scritto grande "THE BEATLES" (loro ci stanno sempre bene..in ogni occasione) ed una chitarra a tracollo suonata da Dio....alle volte anche un basso... per via di un problema di crampi di Vincenzo Ruopolo, proprio quella sera, dannazione... cose che succedono. Insomma quella straordinaria ciliegina sulla torta dei dieci anni era Jamie Moses... quasi un caro vecchio zio lontano, venuto dall'Inghilterra a trovare i suoi nipotini... molto affiatato con gli elementi del gruppo... davvero contento di essere arrivato direttamente da Londra per quella serata... il più bel regalo che potesse fare agli EverQueen.
Anche questa è musica!!!! Anche questo è rock!!!! E se il Freddie che ho visto sulla foto non era un fantasma, ma un riflesso, tutto il resto ci stava... pensavo fosse magia... e lo era per davvero.

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