sabato 30 novembre 2013

Filippo D'Alessio, direttore del teatro di Tor Bella Monaca racconta a RomaSuonaBene: "la sfida" di portare il teatro nelle periferie estreme.

D’Alessio:”Mi sono messo nei panni dello spettatore medio per capire cosa la gente si aspettava da questo teatro.”

Intervista di Daniele Crescenzi
Foto di Fabio Spagnoletto
RomaSuonaBene incontra Filippo D’Alessio direttore organizzativo delTeatro Tor Bella Monaca. Con lui parliamo della storia di questa struttura e il significato di fare teatro in zone di periferia, spesso difficili. Ma anche dei grandi traguardi raggiunti, grazie ad una programmazione “cucita su misura” della gente che vive in questi luoghi. Per D’Alessio è fondamentale “pensare a quanto il pubblico sia più o meno pronto a certe cose.” Il Teatro Tor Bella Monaca è stato aperto il 9 dicembre 2005 grazie al sostegno e alla collaborazione di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Assessorato alle Politiche per le Periferie – dell’ ETI Ente Teatrale Italiano, della Regione Lazio e dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Attualmente è gestito da un raggruppamento di sette compagnie teatrali delle quali D’Alessio è anche rappresentante legale oltre che coordinatore.
Dottor D’Alessio quando inizia la sua esperienza di direttore in questo teatro?
“Abbiamo preso in gestione questa struttura lo scorso 5 aprile. Siamo un raggruppamento di sette compagnie teatrali: Seven Cults, ArteNova, Kipling Academy, La Casa Dei Racconti, Nata Teatro, Scuola di Musica Bela Bartok e Teatro Potlach. Io ho funzione di direttore organizzativo e rappresentante legale, mentre la direzione artistica è affidata ad Alessandro Benvenuti. Abbiamo presentato come compagnie una proposta con la quale abbiamo partecipato e vinto il bando presso l’Ente Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea e l’abbiamo vinto. La vittoria del bando ci ha permesso di ottenere un contratto che ci impegna fino a giugno del 2014 in questa struttura.”
Come è nata l’idea di un teatro proprio qui a Tor Bella Monaca?
“Io conosco questo luogo e questo teatro da sempre. Faccio attività culturali in questo territorio dal 1994. La prima riunione che facemmo per parlare di cultura, di teatro, di cinema, di musica a Tor Bella Monaca fu fatta nel luglio del 1983 con Renato Nicolini e il sottoscritto, in via dell’Archeologia, che è una delle via più tristemente rinomate di questo quartiere per quanto riguarda il degrado sociale, anche se c’è molta mitologia su riguardo a quella zona. Viene sempre evidenziato troppo il negativo e non sempre è tutto vero. Era allora sindaco Luigi Petroselli. Dopo la morte di Petroselli, si è un po’ fermato tutto, il progetto Tor Bella Monaca, al quale tanto credeva Petroselli, finisce la. Chi ha sostituito Nicolini e Petroselli ha perso di vista quali erano gli obiettivi per questo quartiere. Di conseguenza il territorio è stato lasciato a se stesso. Già da quell’incontro però si capì che si poteva esportare l’estate romana in periferia. Nel 1994, si arriva a fare per la prima volta l’estate romana qui a Tor Bella Monaca. Da quel momento in poi, tutte le associazioni, le compagnie, tipo Officine Per il Cinema, Art Decò ecc. presentavano progetti per l’estate romana a Tor Bella Monaca e facevano riferimento a me, che ero stato uno dei promotori di quest’iniziativa. Poi dai primi anni 2000 il programma prende sempre più piede, fino a quando poi con il progetto URBAN, messo in campo dalla giunta Rutelli con i fondi europei, si procede con la ristrutturazione di questo luogo che era una sala polivalente che ha ospitato l’estate romana ed altre iniziative. Poi nel 2005 al termine dei lavori di ristrutturazione è stato affidato all’Ente Teatrale Italiano per tre-quattro anni. Nel frattempo, noi abbiamo continuato la nostra esperienza nell’estate romana, continuando a fare spettacoli itineranti nelle varie borgate del municipio, sia a Tor Bella Monaca che a Finocchio e altri centri. In una di queste serate organizzate dell’estate romana incontrai nuovamente Alessandro Benvenuti. Nel 2012 l’avevamo invitato a partecipare ad un evento, e quella sera lanciai l’idea di portare la nostra esperienza nel Teatro Tor Bella Monaca che aveva riaperto. Fu lanciata l’idea così, ma non era stato ancora indetto il bando e non era in programma nemmeno un’idea da parte nostra di parteciparvi. Poi c’è stato il bando e lo abbiamo vinto. Ho pensato fosse giusto coinvolgere Alessandro, che accettò immediatamente e con grandissimo entusiasmo.”
Questo è un teatro un po’ particolare: si trova in un’estrema periferia di Roma, in un quartiere comunque non facile. Come vivete la vostra esperienza di teatro qui a Tor Bella Monaca e soprattutto come la vive la gente del quartiere?
“Ho verificato che la gente chiedeva questa cosa. Abbiamo un pubblico sempre crescente e stiamo raggiungendo un traguardo importante, quello delle 20.000 presenze dall’inizio della nostra gestione, lo scorso 5 aprile. Si tratta di un risultato importante, che dimostra come la gente sia partecipe. Ovviamente in un contesto sociale come questo, siamo consapevoli come lo siamo sempre stati di dover offrire una programmazione molto variegata e diretta. Adattata ad un pubblico di diverse estrazioni sociali. Noi dal 20 dicembre al 6 gennaio ospiteremo il Teatro-Circo, abbiamo una stagione di danza, unico teatro a Roma, al momento ad avere una stagione di danza. Abbiamo serate musicali. Prossimamente avremmo spettacoli con Amanda Sandrelli,Corrado Tedeschi, Massimo Dapporto, Giulio Casale ecc.”
Il teatro ha assunto il ruolo di punto di aggregazione e di sviluppo sociale in questa zona, ruolo per il quale è stato pensato e creato sin dall’ inizio?
“Questo è un teatro “aperto”, aperto anche di giorno. La gente lo vive il teatro. Noi anche di giorno ospitiamo persone che vengono a parlare con noi: si confrontano con noi. Ci domandano le cose. E noi siamo molto contenti di rispondere loro. Siamo molto aperti ad ogni iniziativa. Contattiamo le scuole e cerchiamo di coinvolgerle, siamo i primi a dire loro se hanno delle richieste particolare e noi siamo prontissimi ad esaudirle.”
Durante questi scambi di idee ci sono state delle richieste bizzarre o cose che lei ricorda particolarmente? Cose che magari non si aspettava che la gente chiedesse?
“ Ma no! Questo perché noi siamo stati sempre molto attenti alla programmazione. Abbiamo fatto un programma sulla base delle richieste del pubblico. Portando l’esperienza di successo delle precedenti estati romane in questo teatro. Io mi sono messo dalla parte dello spettatore e mi sono chiesto ed ho immaginato se il pubblico di una zona molto complessa come questa, con gente di varia estrazione sociale, fosse più o meno pronto a certe cose. Questo lo abbiamo fatto sin dai tempi delle prime estati romane. L’abbiamo continuato a fare quando abbiamo preso la gestione del teatro. La gente ha risposto in maniera positiva in entrambe le situazioni.”
Quanto ha influito sulle presenze anche l’offerta di spettacoli a prezzi popolari?
“I prezzi dei biglietti sono legati ad un vincolo stabilito dal bando che abbiamo vinto. Certamente se si vuole poi andare incontro alle esigenze delle famiglie e dei più giovani, necessariamente si fanno scelte mirate ad agevolare le famiglie con il “prezzo famiglia”. Una famiglia di tre – quattro persone, con questa offerta viene a spendere mediamente 20-25 euro. Certamente impegnativo, ma mai come quando non si ha un’agevolazione del genere. In quel caso si arriverebbe a spendere 30, 40, 50 euro per una famiglia. Il che, è molto più impegnativo. Poi cerchiamo di favorire i ragazzi, si fanno offerte di spettacoli a 5 euro e convenzioni con le scuole per 8€ che includono 5€ di prezzo spettacolo più 3€ di servizio di trasporto con il pullman, grazie ad una società convenzionata con noi, che ci permette di offrire così alle scuole un servizio aggiuntivo di trasporto con i pullman, che le scuole avrebbero difficoltà invece a reperire. Questa offerta è valida per le scuole del VI municipio, ma abbiamo avuto numerose richieste da Cinecittà, Prenestino, Tuscolano, San Cesareo. In quel caso noi rapportiamo il costo del servizio di trasporto pullman alla distanza, aggiungendo 50 centesimo o un euro a secondo della distanza della scuola. Rimanendo però sempre in un ambito molto competitivo in termini di prezzi. Abbiamo anche un’offerta simile per i centri anziani. Tutto questo ha permesso a questo teatro di essere in continua crescita di presenze, riuscendo ad avere, cosa non facile soprattutto di questi tempi, un bilancio in positivo”.


Nessun commento: