lunedì 16 dicembre 2013

"Senza Filtro" al Teatro Tirso de Molina: le nuove leve del pop italiano omaggiano il Maestro Lucio Dalla.

Renzo Rubino
Report:Daniele Crescenzi
Foto: Fabio Spagnoletto
Secondo appuntamento con "Senza Filtro a Teatro" al Tirso De Molina. Un appuntamento che vuole mettere un po' a nudo i protagonisti della musica d'autore italiana, come lo è sempre stato da quando oltre quattro anni fa, per la prima volta un giovedì sera, giovani promesse della canzone aderirono all'invito del giornalista Stefano Mannucci de Il Tempo e decisero di utilizzare come vetrina, un po' "intimista" la libreria caffé N'Importe Quoi. per raccontarsi meglio in un'atmosfera molto familiare, gradevole e raccolta. Lo stesso clima, viene mantenuto al Tirso De Molina; certamente parliamo di un ambiente più grande, ma l'atmosfera di informalità rimane la stessa del N'Importe Quoi. Martedì 10 dicembre, ospiti di Stefano Mannucci sono stati Renzo Rubino, Ilaria Porceddu, Erika Mou e Pierdavide Carone. Quattro giovanissimi alfieri del nuovo pop italiano, presentati l'uno dietro l'altro sul palco. Protagonisti di una serata, meravigliosa che ha avuto un unico filo conduttore: il ricordo di una grande e compianto maestro, qual'era Lucio Dalla. Dalla è stato un po' il quinto protagonista della serata: un protagonista invisibile ma molto, molto presente, nei ricordi, nelle canzoni, negli aneddoti, di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorarci fianco a fianco (come nel caso di Pierdavide Carone), di chi lo ha appena intravisto in un solo importante frammento della propria vita artistica e di chi lo ha solo preso a modello per le proprie canzoni. Una serata a tratti commoventi, ma nel contesto briosa ed effervescente. Renzo Rubino, idolo molto atteso ed osannato dai numerosi adolescenti che sono venuti al Tirso per ammirare lui e gli altri, apre la serata con il suo istrionismo e la sua simpatia. Al pianoforte esegue subito “La Canzone Pop”, una sua personalissima valutazione sul problema dei cantautori di proporre musica in Italia.
 In questo brano, davvero straordinario, spiritoso e geniale allo stesso momento, vengono presi in prestito spezzoni di brani tormentone del pop italiano, rivisitati e talvolta alterati ed uniti dal collante del ritornello in chiave jazz della canzone che recita in maniera provocatoria: “Devi fare una canzone pop! Ma che c… è questo pop?” Brano quasi dissacrante, fortemente autoironico, nel quale Rubino prende un po’ in giro tutti, finanche se stesso.
L’intervista che ne seguirà con Mannucci, sarà sulla stessa linea del brano, fortemente irriverente e derisoria, con Mannucci, quasi “spalla comica” più che intervistatore, che sta al gioco e lascia libertà piena ad un Rubino inarrestabile.
 Il risultato e davvero spassoso ed il pubblico si mostra divertito. Si parla di cucina, di rapporti con la famiglia, degli aneddoti sulla partecipazione di Rubino a Sanremo 2013, dove Rubino ha vinto il premio della critica nella sezione “Giovani” con il brano “Il Postino (Amami Uomo!)”, che poi esegue al pianoforte. Brano coraggioso, che Rubino, racconta essersi ispirato ad una storia vera, nel quale viene descritto in una maniera un po’ diversa l’amore omosessuale tra due persone non più giovanissime, ma adulte che decidono di rivelarsi al mondo per quello che sono, senza più temere diffidenze e critiche di una piccola comunità di provincia.
Erica Mou
Poi Rubino ritorna a parlare della sua famiglia e del rapporto con suo nonno. Prova a sdrammatizzare, ma allo stesso tempo a porre l’attenzione sul tema della malattia di Alzheimer, che affligge proprio suo nonno, e sulle difficoltà delle famiglie che hanno un malato di Alzheimer in casa, in un brano intitolato “Lulù”. Rubino si dimostra, oltre che un bravo cantautore, dotato di sagacia e di coraggio, anche una persona estremamente sensibile ed intelligente, che sa raccontare storie semplici, ma allo stesso tempo profondamente intense, aprendo un po’ la mente di chi lo sta ascoltando. Bellissima e spiazzante “L’Ape, il Toro e La Vecchia”, favola surreale che ricalca molto l’elemento del sogno. Elemento che si trova spesso anche nelle canzoni di Lucio Dalla, del quale Rubino propone “Cara”. Viene annunciata durante la serata, l’uscita per la prossima primavera di “Secondo Rubino”, secondo album di questo giovane artista pop. Rubino lascia quindi la scena alla dolcissima e solare Erica Mou.
Stile e voce molto simile a quello di Giorgia, Erica e cantante e chitarrista ma anche autrice delle sue canzoni. Ha partecipato al Festival di Sanremo del 2012, nella sezione “Giovani” con il brano “La Vasca da Bagno del Tempo” che ripropone durante la serata. Anche Erica si adatta alla situazione ed apre con Mannucci un dialogo libero ed informale, nel quale parla anche lei in maniera scherzosa della sua musica e delle sue esperienze. Con un colpo di scena, decide di privarsi del microfono e di cantare scendendo giù dal palco il brano “Oltre”. E’ impressionate notare come priva di microfono e di assenza totale di amplificazione, la voce di Erica si diffonde pulita e potente, oltre che incredibilmente gradevole nel teatro.
Ilaria Porceddu
 Da questi particolari, si capisce chi è perché è davvero bravo da meritarsi il palco di Sanremo e i successi discografici. Erica chiude la sua esibizione con il brano “Dove Cadono i Fulmini” che è stato inserito nella colonna sonora del film di e con Rocco Papaleo “Piccola Impresa Meridionale”. Poi anche lei omaggia Lucio Dalla con “La Casa in Riva al Mare” che viene cantata sul finale in duetto con Ilaria Porceddu. Altro fenomeno è Ilaria. Una voce che ‘solletica’ nel brano “Libera” eseguita al pianoforte. Seguono il brano sanremese “In Equilibrio” (Sanremo 2013, sezione “Giovani”), l’omaggio alla sua terra, la Sardegna, reso ancora più intenso, dal ricordo dei giorni terribili passati durante la recente alluvione, con un brano da lei composto tempo fa, che quasi per ironia della sorte è intitolato “Riu” (‘fiume’ in sardo).
 Poi anche il suo, di omaggio al grande Lucio Dalla, con il brano “Chissà se lo Sai?”, accompagnata da Pierdavide Carone alla chitarra.
L’esibizione di Carone, era sicuramente la più attesa.
Vuoi perché Pierdavide è comunque già un’icona tra i giovani, vuoi perché è stato l’ultimo artista a collaborare con Lucio
Pierdavide Carone canta "Nanì".
Sullo sfondo un'immagine di
Lucio Dalla
Dalla, pochi giorni prima della scomparsa, con il brano “Nanì” scritto da Carone, arrangiato ed orchestrato da Lucio Dalla, che in quel Sanremo, del 2012, pochi giorni prima della sua morte, lo vide nella veste di direttore d’orchestra del teatro Ariston, durante l’esibizione del brano da parte di Pierdavide.
Carone deve la sua fama alla fortunata “Per tutte le volte”, portata al successo da Valerio Scanu, e divenuta un tormentone per via della celebre frase “fare l’amore in tutti i luoghi e in tutti i laghi”.
Carone è sicuramente un artista molto variegato: “La Ballata degli Ospedali” con il quale ha esordito ad “Amici”, o brani come “Di Notte” sono un esempio della poliedricità della musica di questo artista.
 Esegue durante la serata, anche “Nanì”, momento molto suggestivo.
Chiude anche lui con un omaggio a Lucio:”Disperato, Erotico, Stomp!”.
Poi un fuori programma: “L’anno che verrà” interpretato a chiudere da tutti e quattro i protagonisti, che poi eseguiranno, anche “Happy Christmas - War Is Over” di John Lennon e Yoko Ono.
Una serata davvero fantastica.
Da registrare anche la presenza, tra il pubblico di Nathalie, vincitrice della IV edizione di “X-Factor” nel 2010.
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