lunedì 16 dicembre 2013

"Senza Filtro" al Teatro Tirso de Molina: le nuove leve del pop italiano omaggiano il Maestro Lucio Dalla.

Renzo Rubino
Report:Daniele Crescenzi
Foto: Fabio Spagnoletto
Secondo appuntamento con "Senza Filtro a Teatro" al Tirso De Molina. Un appuntamento che vuole mettere un po' a nudo i protagonisti della musica d'autore italiana, come lo è sempre stato da quando oltre quattro anni fa, per la prima volta un giovedì sera, giovani promesse della canzone aderirono all'invito del giornalista Stefano Mannucci de Il Tempo e decisero di utilizzare come vetrina, un po' "intimista" la libreria caffé N'Importe Quoi. per raccontarsi meglio in un'atmosfera molto familiare, gradevole e raccolta. Lo stesso clima, viene mantenuto al Tirso De Molina; certamente parliamo di un ambiente più grande, ma l'atmosfera di informalità rimane la stessa del N'Importe Quoi. Martedì 10 dicembre, ospiti di Stefano Mannucci sono stati Renzo Rubino, Ilaria Porceddu, Erika Mou e Pierdavide Carone. Quattro giovanissimi alfieri del nuovo pop italiano, presentati l'uno dietro l'altro sul palco. Protagonisti di una serata, meravigliosa che ha avuto un unico filo conduttore: il ricordo di una grande e compianto maestro, qual'era Lucio Dalla. Dalla è stato un po' il quinto protagonista della serata: un protagonista invisibile ma molto, molto presente, nei ricordi, nelle canzoni, negli aneddoti, di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorarci fianco a fianco (come nel caso di Pierdavide Carone), di chi lo ha appena intravisto in un solo importante frammento della propria vita artistica e di chi lo ha solo preso a modello per le proprie canzoni. Una serata a tratti commoventi, ma nel contesto briosa ed effervescente. Renzo Rubino, idolo molto atteso ed osannato dai numerosi adolescenti che sono venuti al Tirso per ammirare lui e gli altri, apre la serata con il suo istrionismo e la sua simpatia. Al pianoforte esegue subito “La Canzone Pop”, una sua personalissima valutazione sul problema dei cantautori di proporre musica in Italia.
 In questo brano, davvero straordinario, spiritoso e geniale allo stesso momento, vengono presi in prestito spezzoni di brani tormentone del pop italiano, rivisitati e talvolta alterati ed uniti dal collante del ritornello in chiave jazz della canzone che recita in maniera provocatoria: “Devi fare una canzone pop! Ma che c… è questo pop?” Brano quasi dissacrante, fortemente autoironico, nel quale Rubino prende un po’ in giro tutti, finanche se stesso.
L’intervista che ne seguirà con Mannucci, sarà sulla stessa linea del brano, fortemente irriverente e derisoria, con Mannucci, quasi “spalla comica” più che intervistatore, che sta al gioco e lascia libertà piena ad un Rubino inarrestabile.
 Il risultato e davvero spassoso ed il pubblico si mostra divertito. Si parla di cucina, di rapporti con la famiglia, degli aneddoti sulla partecipazione di Rubino a Sanremo 2013, dove Rubino ha vinto il premio della critica nella sezione “Giovani” con il brano “Il Postino (Amami Uomo!)”, che poi esegue al pianoforte. Brano coraggioso, che Rubino, racconta essersi ispirato ad una storia vera, nel quale viene descritto in una maniera un po’ diversa l’amore omosessuale tra due persone non più giovanissime, ma adulte che decidono di rivelarsi al mondo per quello che sono, senza più temere diffidenze e critiche di una piccola comunità di provincia.
Erica Mou
Poi Rubino ritorna a parlare della sua famiglia e del rapporto con suo nonno. Prova a sdrammatizzare, ma allo stesso tempo a porre l’attenzione sul tema della malattia di Alzheimer, che affligge proprio suo nonno, e sulle difficoltà delle famiglie che hanno un malato di Alzheimer in casa, in un brano intitolato “Lulù”. Rubino si dimostra, oltre che un bravo cantautore, dotato di sagacia e di coraggio, anche una persona estremamente sensibile ed intelligente, che sa raccontare storie semplici, ma allo stesso tempo profondamente intense, aprendo un po’ la mente di chi lo sta ascoltando. Bellissima e spiazzante “L’Ape, il Toro e La Vecchia”, favola surreale che ricalca molto l’elemento del sogno. Elemento che si trova spesso anche nelle canzoni di Lucio Dalla, del quale Rubino propone “Cara”. Viene annunciata durante la serata, l’uscita per la prossima primavera di “Secondo Rubino”, secondo album di questo giovane artista pop. Rubino lascia quindi la scena alla dolcissima e solare Erica Mou.
Stile e voce molto simile a quello di Giorgia, Erica e cantante e chitarrista ma anche autrice delle sue canzoni. Ha partecipato al Festival di Sanremo del 2012, nella sezione “Giovani” con il brano “La Vasca da Bagno del Tempo” che ripropone durante la serata. Anche Erica si adatta alla situazione ed apre con Mannucci un dialogo libero ed informale, nel quale parla anche lei in maniera scherzosa della sua musica e delle sue esperienze. Con un colpo di scena, decide di privarsi del microfono e di cantare scendendo giù dal palco il brano “Oltre”. E’ impressionate notare come priva di microfono e di assenza totale di amplificazione, la voce di Erica si diffonde pulita e potente, oltre che incredibilmente gradevole nel teatro.
Ilaria Porceddu
 Da questi particolari, si capisce chi è perché è davvero bravo da meritarsi il palco di Sanremo e i successi discografici. Erica chiude la sua esibizione con il brano “Dove Cadono i Fulmini” che è stato inserito nella colonna sonora del film di e con Rocco Papaleo “Piccola Impresa Meridionale”. Poi anche lei omaggia Lucio Dalla con “La Casa in Riva al Mare” che viene cantata sul finale in duetto con Ilaria Porceddu. Altro fenomeno è Ilaria. Una voce che ‘solletica’ nel brano “Libera” eseguita al pianoforte. Seguono il brano sanremese “In Equilibrio” (Sanremo 2013, sezione “Giovani”), l’omaggio alla sua terra, la Sardegna, reso ancora più intenso, dal ricordo dei giorni terribili passati durante la recente alluvione, con un brano da lei composto tempo fa, che quasi per ironia della sorte è intitolato “Riu” (‘fiume’ in sardo).
 Poi anche il suo, di omaggio al grande Lucio Dalla, con il brano “Chissà se lo Sai?”, accompagnata da Pierdavide Carone alla chitarra.
L’esibizione di Carone, era sicuramente la più attesa.
Vuoi perché Pierdavide è comunque già un’icona tra i giovani, vuoi perché è stato l’ultimo artista a collaborare con Lucio
Pierdavide Carone canta "Nanì".
Sullo sfondo un'immagine di
Lucio Dalla
Dalla, pochi giorni prima della scomparsa, con il brano “Nanì” scritto da Carone, arrangiato ed orchestrato da Lucio Dalla, che in quel Sanremo, del 2012, pochi giorni prima della sua morte, lo vide nella veste di direttore d’orchestra del teatro Ariston, durante l’esibizione del brano da parte di Pierdavide.
Carone deve la sua fama alla fortunata “Per tutte le volte”, portata al successo da Valerio Scanu, e divenuta un tormentone per via della celebre frase “fare l’amore in tutti i luoghi e in tutti i laghi”.
Carone è sicuramente un artista molto variegato: “La Ballata degli Ospedali” con il quale ha esordito ad “Amici”, o brani come “Di Notte” sono un esempio della poliedricità della musica di questo artista.
 Esegue durante la serata, anche “Nanì”, momento molto suggestivo.
Chiude anche lui con un omaggio a Lucio:”Disperato, Erotico, Stomp!”.
Poi un fuori programma: “L’anno che verrà” interpretato a chiudere da tutti e quattro i protagonisti, che poi eseguiranno, anche “Happy Christmas - War Is Over” di John Lennon e Yoko Ono.
Una serata davvero fantastica.
Da registrare anche la presenza, tra il pubblico di Nathalie, vincitrice della IV edizione di “X-Factor” nel 2010.
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domenica 15 dicembre 2013

L’universo della musica visto e.. “rivisto” alla Locanda Blues.

Ursu Panaru
Report:Daniele Crescenzi
Foto: Fabio Spagnoletto
Anime di Carta lo scorso martedì 3 dicembre ha presentato Ursu Panaru, i System Of a Pown, Taca Banda, David William Caruso ed i sorprendenti Effetto Droste, con un progetto interamente rinnovato, che più avanti illustriamo. Poche parole per descrivere la serata: innovativa, effervescente, sorprendente e molto variegata.
 Sulla stessa linea della serata di mercoledì 27 novembre, con dodici esibizioni tutte diverse tra loro per genere e proposta musicale, sul palco della Locanda Blues salgono ancora una volta esponenti di vari generi musicali, molto diversi, spesso in contrasto tra loro, per uno spettacolo eterogeneo, completo, a volte controverso ma senza dubbio di effetto, in ogni senso. 
Si abbraccia di nuovo l’intero universo della musica, passando dalla musica popolare salentina degli Ursu Panaru, al metal estremo dei System Of a Pown, dal prog dei Salvo Complicazioni alla sorprendente musica d’autore rivisitata in chiave folk e indie al rock italiano, sia inedito, come nel caso del bravissimo David William Caruso, che cover, per quanto concerne dei Taca Banda che rivisitano i grandi successi del rocker italiano per eccellenza: Luciano Ligabue. 
La serata viene aperta dagli Ursu Panaru e la loro musica popolare mista mediterranea, salentina ma anche un po’ gitana, balcanica, caraibica e chi più ne ha più ne metta. 
Gli Ursu Panaru strizzano l’occhio alla contaminazione e si vedono dentro i loro brani elementi misti del prog-rock, del funk, dello ska, del soul, del gypsy-rock e del gypsy-jazz. Un mescolato impuro di generi e sottogeneri, di contaminazioni che fanno degli Ursu Panaru un cocktail tra Caparezza, Sud Sound System, Muro Del Canto ed Area 765.
David William Caruso
Pizzica e taranta sono generi prevalenti in brani come appunto “Ursu Panaru” il brano che da il nome al gruppo. In “Briganti de sta Terra” si sente al contrario l’influenza del raggamuffin e del bashment tipico dei Sud Sound System; in “Ah,Ah,Ah” si va sul progressive anche se miscelato a frammenti tipicamente della taranta e delle ballate folk del Salento, mentre “Diventare un Re” è tipicamente un brano funk. Tra le piacevoli sorprese di questa serata va senz'altro citato un cantautore davvero bravo che risponde al nome di  David William Caruso. Voce molto bella e potente, grinta tutta da vendere.
 Ha un passato come turnista nientemeno che di Fabrizio Moro!!! E si sente che la classe non è una cosa che gli manca. Moro è una delle sue fonti di ispirazioni, anche se lo influenza un po’ tutto quello che è rock e quello che è musica di alto livello: Rino Gaetano, Vasco Rossi, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Gianluca Grignani, Riccardo Cocciante, Stadio, Guns'n'Roses, Bruce Springsteen, Dire Straits, Pink Floyd. Studia pianoforte dall'età di 6 anni. A 17 anni prende in mano la chitarra da autodidatta e continua tuttora a cimentarsi in entrambi gli strumenti. 
La sua esibizione è stata veramente piacevole, sia per l’intensità del suo modo di cantare, la grinta che ci ha messo e si per la raffinatezza dei brani presentati. Dopo David William, arrivano sul palco i System Of a Pown.
 Il loro nome è un gioco di parole che sta a significare il loro essere tributo ad uno dei gruppi metal ed hardcore più ‘cattivi’ dell’universo: i System Of a Down. Con loro si va sul metal estremo, la loro musica stende quasi quanto quella degli originali System. 
La loro esibizione vale il momento di caos estremo, quello dove la musica prende la scena per colpire e non fare prigionieri. La voce del cantante realmente uguale a quella di Serj Tankian.
System Of A Pown
Allo stesso modo riesce a passare facilmente da un falsetto a un growl o a un cantato più pulito e melodico, dimostrando anch’egli notevoli qualità canore.
 E a proposito di passare: passare dalla pizzica salentina ai System Of a Down, in una sola serata? Ad Anime di Carta è concesso anche questo. Altro giro, altra corsa: ci sono gli Effetto Droste. Completamente irriconoscibili, dall’ultima volta che li abbiamo visti ed ascoltati sempre in quel della Locanda Blues. 
Intendiamoci, loro sono sempre gli stessi: Vincenzo Marti, Francesco Ronchi, Marco Pisanello, Luca Frasca e Andrea Marchese. Ma la loro musica è tutta un’altra cosa. Hanno cambiato totalmente genere e tecnica di suonare. Il loro livello è cresciuto di molto.
 Suonano pezzi prog di loro composizione, veramente di elevata qualità. 
Hanno abbandonato definitivamente la loro natura pop e si sono dedicati molto sulle partiture musicali. Molta psichedelia, molto progressive, sicuramente una maggior consapevolezza di essere “diventati grandi”, e che ora è giunto il momento “osare” e mandare il cuore oltre gli ostacoli.
Taca Banda
Chiudono la serata i Taca Banda, gruppo tribute di Luciano 
Ligabue, capitanato da Simone Bischetti, voce e chitarra di questa band. 
Ma dove abbiamo già sentito questo nome di recente? Sempre qui ad Anime di Carta, ma in un altro contesto: quello dei 9 Volt(e), gruppo di cover miste rock e blues, del quale Simone prende parte in veste di … tastierista! 
Insomma un ragazzo veramente poliedrico, un polistrumentista e cantante, molto molto bravo. Complimenti ancora una volta ad Emanuela Petroni, ideatrice e conduttrice di questo contest, ancora una volta ha centrato l'obiettivo di portare grande musica live a Roma, regalando a chi si è recato alla Locanda Blues una nuova serata di tributi e musiche originali davvero di qualità, nel segno sempre di Anime di Carta, il solo ed unico contest di Roma!!! Come sempre non dare credito ai contest patacca e diffidate da ogni forma di imitazione. 
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venerdì 13 dicembre 2013

Gli EverQueen... a teatro ed il ritorno dei W.H.I.P. al Jailbreak per una serata metal insieme ai DarkAge in un consolidato live set.

Grandi ed imperdibili live, domenica 15 dicembre e mercoledì 18 dicembre 2013 con due grandi band nostre amiche.
Domenica alle 21.00, gli EverQueen riprorranno la magia della musica dei Queen in versione "teatrale". Infatti si esibiranno presso il Teatro San Giuliano di Via Cassia 1036 a Roma (Borgata La Storta)
Sarà sicuramente una grandissima novità, portate su di un palco teatrale uno spettacolo incentrato sui grandi successi del primo periodo Queen. Imperdibili come sempre.
Tornano live anche i nostri amici Wait Helle In Pain (W.H.I.P.), puro metallo pesante, rabbia e determinazione. Mercoledì 18 dicembre in un consolidato simposio rock con i DarkAge, le "creature della notte rock romana", in uno spettacolo per veri rockettari dipinti a "tinte forti".
EVERQUEEN LIVE@Teatro San Giuliano
Domenica 15 dicembre 2013 ore 21.00
Via Cassia 1036 Roma
Mercoledì 18 dicembre 2013 ore 21.00
METAL NIGHT - WAIT HELL IN PAIN + DARKAGE @JAILBREAK
JAILBREAK LiveClub
Via Tiburtina 870, 00155 Roma

RomaSuonaBene sempre al servizio della grande musica live!

mercoledì 11 dicembre 2013

Anime di Carta: proseguono con successo le serate alla Locanda Blues del più importante contest a categorie di Roma.

Grande affluenza di pubblico anche di mercoledì: pioggia, freddo e partite sembrano non scalfire l’interesse del pubblico per questo concorso che quest’anno raddoppia le serate e quintuplica il premio finale. 

Il grande Stefano Ferrettis ha presentato
 il suo ultimo lavoro discografico "Come Un Lampo"
Report di Daniele Crescenzi
Foto di Fabio Spagnoletto 
“Comunque vada sarà un successo”- lo diceva un po’ di tempo fa Piero Chiambretti- lo abbiamo pensato noi di RomaSuonaBene che con grande entusiasmo abbiamo voluto essere media partner di questo evento. Un evento che da grande visibilità alle band partecipanti, grazie al grande pubblico e alla numerosa partecipazione di addetti ai lavori (musicisti, giornalisti, discografici, produttori ecc.) che non mancano di far arrivare il loro apporto al concorso, partecipando come giuria tecnica. 
Una giuria che cambia di volta in volta, manifestando sempre un grande numero di esperti di alto livello.
 Il segreto del successo di Anime di Carta sta nel clima che si crea, un clima di non competizione tra le band, che partecipano per categorie diverse e possono essere votate quella sera sia dalla giuria tecnica e dal pubblico che dalle altre band che vi partecipano, che a loro volta saranno votate allo stesso modo.
 In ogni serata nascono e vengono presentati progetti inediti, lasciando quindi spazio anche a presentazioni di album o anteprime su nuovi progetti. 
Christian Rap: giovane, bravo e determinato
C’è spazio per la poesia, le mostre d’arte. Ogni tassello viene messo li al posto giusto. Una delle serate sicuramente più belle di Anime di Carta che hanno dato dimostrazione dell’ampio respiro di questa manifestazione è quella di mercoledì 27 novembre. 
In occasione delle serate del mercoledì dove si da spazio ai solisti, vengono presentati cantautori, duetti inediti, progetti acustici e voci nuove. 
In quella serata si è abbracciato un po’ tutto lo scibile della musica, con dodici esibizioni che rappresentavano dodici modi diversi di intendere la musica. 
In una sola serata sullo stesso palco c’è stato il rap, la musica d’autore, il blues, il prog, il pop italiano, l’heavy metal finanche ad arrivare all’omaggio alla musica popolare romana.
Giacomo Buttazzo cantante e chitarrista
dei "Punto e Virgola". Duo composto da lui e dalla
tastierista Patrizia Volpi
 Dalle composizioni originali (nel caso di Emiliano Guiducci, Punto e Virgola, Stefano Ferretti e i rapper Danny Life e Christian Rap) ai vari omaggi fatti dalle belle voci (e diciamolo belle presenze) di Alessia Fedeli (che ha cantato Hotel California degli Eagles), Martina Corsini, Sonia Paganino(con il suo omaggio a Laura Pausini), Giulia Vannucci(giovanissima con una voce incredibile che ha interpretato brani di Alicia Keys e di Christina Aguilera), Sara Ryan(con il suo omaggio ad Amy Winehouse e Joss Stone). Non è mancato il metal d’autore, come abbiamo già detto, con un omaggio in acustico al grande Ronnie James Dio, fatto da Marco Scintilla in coppia con Piero Rocchetti alla chitarra. 
Giovane e dotata, Giulia Vannucci ha
saputo entusiasmare con la sua voce
straordinaria
C’è stato spazio anche per l’humour dello stravagante Giambattista Melis che ha fatto si che il tono della serata volgesse un po’ al farsesco, con le sue simpatiche versioni delle sigle dei cartoni animati, che tutti abbiamo amato, di Cristina D’Avena.
 A chiudere un omaggio alla canzone popolare romana, fatta da Claudio Cristini, che accompagnato solo dalla sua chitarra chiude la serata con “Serenata de Paradiso” pezzo bellissimo della canzone romana, che fu magistralmente interpretato dall’indimenticabile Gabriella Ferri. Insomma una serata veramente di grande interesse con musica che spaziava verso tutti i lidi, senza lasciare inesplorato nessuno campo. La serata è stata aperta dai “Punto e Virgola” duo formato da Giacomo Buttazzo (voce e chitarra) e da Patrizia Volpi alla tastiera. Il duo “Punto & Virgola” è nato nel 1992 ed ha già realizzato tre CD:"Infiniti Domani"del 2009, "Altrove" del 2010 e "Fantasia". 
Giacomo Buttazzo oltre che voce è anche autore dei testi e della musica dei loro brani. Oltre che pezzi originali hanno un repertorio che spazia dagli anni “60 alla canzone napoletana, dalla musica dance ai ritmi latino-americani. Influenzati dal beat (e si sente) si sono posti in apertura della serata con rigore e grande personalità. Davvero bravi. Segue la giovane Alessia Fedeli che omaggia il sound degli Eagles con il loro pezzo più celebre “Hotel California” una delle pietre miliari del rock. 
La brava Martina Corsini
Nel corso della serata vi è stata la presentazione dell’ultimo album di Stefano Ferrettis.
 Ferrettis fa musica da ben ventiquattro anni e si occupa di radio e di produzioni musicali. 
Un artista a tutto tondo. “Come Un Lampo” è il suo ultimo album, l’ultimo di una lunghissima carriera. 
Ha presentato due brani “Cosa Cerchiamo?” e “Il Volo del Gabbiano”, tratti da questo ultimo lavoro. 
Uno stile che ricorda molto, sia nelle musiche che nei testi, molto poetici, il Renato Zero dell’ultimo periodo (quello attuale per intenderci che segue all’album “Sulle Tracce dell’Imperfetto” fino agli ultimi lavori).
 Il videoclip del brano “Il Volo del Gabbiano” è stato girato negli Stati Uniti. 
Sicuramente tra le vocalist che hanno preso parte alla serata, un’annotazione particolare va a Giulia Vannucci. 
Impressionante la sua interpretazione di “Something's Got a Hold On Me” (tratto dal film"Burlesque”)di Christina Aguilera. Voce potente e pulita, capace di tenere delle note altissime. Il pubblico rimane affascinato anche per l’esecuzione di "If I Ain't Got You" di Alicia Keys. Due brani di non facile esecuzione. 
Emiliano Guiducci, ha dato conferma del suo
talento, molto più che una promessa. Una certezza
nel panorama undeground della musica d'autore prog
La voce di Giulia è talmente bella e potente (considerato il fatto che stiamo parlando di una giovanissima), che si merita i complimenti particolari da parte di Emanuela Petroni, per conto di tutta la giuria tecnica presente. Danny Life, bravo e simpatico rapper che segue dopo di lei, non esita a complimentarsi dicendo di trovarsi davvero “in difficoltà ad esibirsi dopo di lei”.
 Da ottimo performer rap, di quelli sempre padroni della scena che sanno stare sul palco e sanno parlare davvero alla gente, prende subito la palla al balzo e lancia un j’accuse (ovviamente scherzoso) alla maniera sempre diretta dei rapper: “Regà…così nun se fa, parto svantaggiato esibendomi dopo Giulia.” In una sola mossa rende omaggio a chi lo ha preceduto ed entra subito in sintonia con il pubblico.
 Ha un modo diverso di rappare Danny Life, rispetto a Christian Rap, più hip hop, simile alla maniera di Fabri Fibra.
 Molto belli i brani composti da questo ragazzo romano, tra i quali va citata “Azione e Reazione” che da il titolo al suo primo EP. 
Sara Ryan; bellissima e di grande talento è stata una
delle più apprezzate (ed ammirate) della serata
Christian Rap è invece un rapper puro, arrabbiato, il suo stile è urban che si rifà ai classici split dei rapper di strada che permettono di buttare fuori la loro rabbia incontrollata contro magari gli amici che lo hanno tradito, le persone che lo hanno deluso, la società corrotta.
 Per il resto, non si può non citare Emiliano Guiducci, bravo come sempre che con interpreta tre brani da lui composti, del suo progetto solista “Nei tuoi pensieri”, “Veleno” e “Stremato”. 
Voce e chitarra elettrica, tanta grinta e rabbia dentro, che rendono i suoi brani prog semplicemente fantastici. Una serata veramente piena di spunti interessanti, in linea con la tradizione di Anime di Carta, che fa della qualità delle interpretazioni e degli interpreti il suo punto di forza.
GALLERIA FOTOGRAFICA
Alessia Fedeli

Marco Scintilla e Pietro Rocchetti. Hanno ricordato
il grande James Dio, con due bellissimi
brani in acustico
Stravagante ed istrionico, Giambattista Melis ha saputo
divertire e divertirsi con le sue sigle "rivisitate" dei
cartoni animati
Sonia Paganino, ha omaggiato Laura Pausini
con l'interpretazione di "Strani Amori"
Claudio Cristini: ci riporta sul classico con il suo omaggio
a Gabriella Ferri e alla musica popolare romana
Danny Life







martedì 10 dicembre 2013

Venerdi 13 dicembre party CARTOON al 33 Testaccio con il concerto dei CAVALIERI DELLO ZODIACO

di Max Monet
Siete tutti invitati all'evento speciale che propone il 33 Testaccio con il concerto dei Cavalieri dello Zodiaco!
La band romana sarà presente sul palco e vi farà divertire da pazzi con tutte le hit che abbiamo amato da piccoli e non solo con i nostri cartoni animati preferiti, si proporranno le pezzi storici come Lupin III, "Occhi di Gatto", "Hello Spank"...e molti altri successi senza tempo...
Possibilità di cenare con un fantastico buffet senza limiti
Consigliabile prenotazione.
INGRESSO GRATUITO
Non mancate
Venerdì 13 dicembre 2013
33 TESTACCIO
Via di Monte Testaccio 33
info e prenotazioni 3388741263

VISTI DA VICINO/ Le Band Si raccontano a RomaSuonaBene. Concesion Gioviale vi presenta i Rain Dogs.

Intervista di Concesion Gioviale
Foto di Fabio Spagnoletto

Rain dogs: la traduzione letterale dall'inglese è Cani della pioggia, ma parlando di musica scopriamo essere anche il titolo di uno degli album del cantante Jazz Tom Waits che per l'appunto, con l'uscita di questo disco passa dal genere Jazz/Blues ad un tono con incursioni folk/ rock aggiungendo delle sonorità dinamiche e sperimentali, 
E' un caso o corrisponde esattamente a ciò che avete in progetto di fare, la vostra musica utilizza comunque una serie di sonorità elettroniche, quali origini ha quindi il vostro nome?
"E' un caso, non è nei nostri progetti metterci dei cappelli alla Tom Waits e cantare con la voce roca. A poco tempo dalla consegna di tutto il materiale al nostro ufficio stampa per sbrigare le pratiche burocratiche necessarie per l'uscita ufficiale non avevamo un nome...così mi sono dato un giorno di tempo per spulciare in tutti i meandri della discografia mondiale e rubare qualcosa che suonasse bene: Rain Dogs"
Presentiamo bene i componenti della band, due di loro li conosco, li abbiamo sentiti suonare spesso con un'altra band, sempre emergente ma che ha delle sonorità tendenti al rock melodico. Sto parlando di Simone Corda, l'abilissimo chitarrista riscoperto anche come buon fonico e tecnico del suono e Mirko Martini, il tastierista, che studia al conservatorio ed è molto ferrato per i suoni elettronici. Andrea, tu, la bellissima voce della band, presentati e presentaci loro, come hai iniziato il tuo percorso musicale e come è avvenuto l'incontro con gli altri due musicisti, che rapporto hanno loro con la musica?
"I Rain Dogs nascono dal mio incontro (casuale) con Luigi Gori, produttore di musica elettronica e Dj di grande livello, una persona che ha il grande pregio di anticipare le tendenze, di vedere oltre, è quello che io chiamo un folle dalle idee geniali. Ciò che voi sentite sul disco è interamente frutto della mia collaborazione con lui, è la sintesi delle mie canzoni e delle sue idee sonore. Dentro Rain Dogs sono passati molti musicisti, specie durante il “making of” del disco. In fase di registrazione questo ha portato dei vantaggi, sotto forma di una moltitudine di colori diversi impressi al risultato finale, ma quello di cui necessitavamo come “band live” era al contrario una certa stabilità, progetti comuni, condivisione, una direzione e un'attitudine che è mancata per diverso tempo, nonostante chiunque abbia dato il suo contributo è musicalmente ineccepibile. 
Abbiamo iniziato la promozione facendo pochi live di qualità per occasioni importanti, ma c'era qualcosa che non andava, poi c'è stata questa data a Luglio di apertura ai Motel Connection davanti ad un sacco di gente, è stata il “disastro”, il giorno della caduta, un climax negativo da cui ripartire in tutto e per tutto. Anche la mia pazienza ha un limite che ho finto di non superare troppe volte. Se dovessi fare un bilancio questa band si portava dietro una quantità immane di karma negativo legato a troppi problemi che con la musica non avevano a che fare. Ero stanco di preoccuparmi di cose inutili. Ora sono contento, Simone e Mirko rappresentano quello che mancava. Sono musicisti abilissimi, molto professionali, preparati e con l'attitudine giusta. Siamo ancora in fase di scoperta reciproca quindi posso solamente dire che ci andiamo abbastanza a genio, ci confrontiamo molto e ora, tutti si occupano di ogni aspetto che riguarda la band e tutti si sentono parte di questa cosa."
Parliamo del vostro album, durante la serata ho scoperto che in realtà è uscito il 25 gennaio di quest'anno e che il tour ha avuto inizio qualche mese fa, ma per che poi ha dovuto interrompersi. E' un lavoro molto interessante, ci sono delle venature di rock alternativo che va a fondersi con una componente elettronica che ricorda molto la musica degli anni 80 ; a me personalmente ricorda una delle mie band preferite i Depeche Mode, sono loro fonte di ispirazione o è una scelta che collima con le vostre differenti esperienze musicali?
"L'album è uscito a Gennaio 2013 e onestamente ha dato ottimi risultati nella critica e negli ascolti, i singoli estratti (Brand New Enemy e The End) sono stati passati da 95 radio in tutta Italia e anche da radio straniere, nel Regno Unito e negli USA. Ci sono tantissime influenze, parecchi omaggi, soprattutto alla musica inglese degli anni 80'/90'. I Depeche Mode sono senz'altro ricompresi tra questi, ma non solo. Siamo fatti di quello che assumiamo...compreso quello che le nostre orecchie ascoltano e quindi è normale che facciamo musica ispirandoci alla musica che ci piace. Non ci sediamo pensando di fare un pezzo in un modo piuttosto che in un altro, siamo solo influenzati dalla musica che amiamo, né attingiamo senza neanche accorgercene probabilmente."
Domanda un po' personale, per tutti e tre i componenti. La band prima era composta da altri elementi, togliendo Andrea, il cantante, ovviamente. Quanto è stato difficile chiudere con il passato e ripartire quasi da zero con persone con le quali non si ha mai suonato. E' lo smisurato amore per la musica o l'estrema professionalità che si matura con il tempo?
"Credo di aver risposto implicitamente a questa domanda un paio di domande fa. Riguardo ai cambiamenti che ci sono stati, è stata dura, soprattutto perchè per troppo tempo la band era diventata una fonte inesauribile di discussioni sterili, era diventato un condominio di pettegole. Alla fine è anche giusto poi che ognuno suoni la musica per cui è nato, io sono nato per suonare questa, ognuno ha il suo posto, gli altri suonino quello che vogliono."
Sappiamo tutti, tutti quelli del mestiere, sia musicisti che scrittori che è veramente difficile in Italia, trovare un etichetta discografica o un editore pronto ad assumere il rischio di produrre un cd o editare un libro, voi siete stati fortunati, leggiamo che a produrre il vostro primo lavoro e forse anche il secondo è stata una casa discografica. Come è avvenuto l'incontro e quanto avete dovuto cercare/insistere prima di raggiungere questo risultato?
"Ce l'ho fatta al primo colpo (di culo forse), ma ho sempre pensato che per far succedere cose speciali devi credere in modo smodato con fede cieca e ostinata, quindi non mi sono mai posto il problema se sarebbe mai accaduto o no, sapevo che prima o poi qualcuno mi avrebbe fatto fare un disco, però ogni giorno c'è stato da lottare duramente per portare a casa il risultato. Nella musica indipendente, ho dedotto, che l'aggettivo independente significa che tante cose te le devi sbrigare da solo (hahahahahahah). Nel caso dei Rain Dogs le nostre etichette sono La Presslabrecords di Omar Neri e la Soffici Dischi di Roberto Bardelli, due etichette di Arezzo, una città in cui il fermento musicale è decisamente in attivo. E se è vero che il momento è difficile quindi mi consola il fatto che se qualcuno investe vuol dire che vede della qualità, qualcosa di diverso rispetto al piattume/pattume che gira!"
Questa domanda la faccio sempre, a tutti gli artisti che, spesso, incontro nei locali di Roma. Il mondo della musica emergente qui in Italia, molto spesso finisce nel dimenticatoio, non solo dalle case discografiche, ma anche dai locali che bocciano in primis la musica originale e prediligono le cover band. Cosa ne pensate ? La scelta di scrivere testi in Inglese è anche un modo per aprirsi delle possibilità anche all'estero o semplicemente perché questo tipo di musica non si adatta alla nostra lingua?
"Si il livello della musica che si suona nei locali è decisamente basso e non capisco come si possa privilegiare una cover band, me lo spiego solo collegandomi all'ottusità della gente arida che entra in un posto solo per sentire qualcuno che suona le canzoni di qualcun altro (cover band dei Beatles escluse). Ma non è vero però che tutti fanno queste scelte, in giro ce n'è di gente che apprezza, e c'è un circuito indipendente in Italia che non tutti conoscono ma produce un sacco di buona musica. Detto ciò a volte è meglio una buona cover band che un progetto originale di scarsa qualità, specie in inglese, dove la credibilità sta tutta nel proporlo con grande cura nei testi e nella pronuncia. Per me la lingua inglese rappresenta la sola via che ho trovato per esprimermi in modo semplice, sarà ora che nel 2013 quasi 2014 anche noi italiani possiamo cominciare a produrre musica internazionale senza vergognarci di nulla, perchè siamo bravi!"
Parlando sempre di quest'argomento, mi è capitato di parlare con persone, musicisti, che si sono trasferiti all'estero con la speranza di ottenere buoni risultati. Quando ho chiesto loro come si sono trovati, la risposta è stata che danno molto spazio a band emergenti e che se si vuole guadagnare ci sono varie possibilità, ma per quanto riguarda la crescita artistica è molto difficile, in quanto la concorrenza all'estero si triplica, è giusto andare all'estero e correre il rischio? O vale la pena provare in Italia, pur aprendosi le porte anche altrove?
Io tifo per chi resta...ancora di più per chi ritorna.
"Questo paese è degli italiani, i maggiori produttori al mondo di bellezza e bontà, quelli che anche nella musica (classica) hanno fatto scuola per esempio (lo sai che la moderna notazione musicale è dovuta ad un italiano? Guido Monaco, di Arezzo poi, 992 – 1050 circa).
E' frustrante la situazione qui, davvero, ma ci vorrà l'aiuto di tutti per cambiarla e non lasciarsi sopraffare, anch'io conosco persone che ad esempio a Berlino hanno trovato la Mecca musicalmente parlando. E' giusto che ognuno faccia la sua esperienza, ed è altrettanto triste, molto triste, che in Italia decidano le sorti della musica inetti da 4 soldi gonfi di presunzione, che alla fine producono mostri da baraccone e icone per decerebrati. 
E' necessario che il talento resti qui e si faccia strada, alla fine il talento prevale sempre credo, è come i fiorni che nascono nei posti più impensabili."
Sentivo che parlavate di un altro cd, ci potete dare un accenno in anteprima ?
"Si, inizieremo presto a raccogliere il materiale per il secondo disco, che non sarà pronto prima della fine del 2014 immagino, anche perchè vogliamo e dobbiamo finire di promuovere questo. Simone ha detto una cosa intelligentissima sull'argomento mentre gli facevo sentire un po di cose che avevo scritto: “mentre finiremo di suonare questo come si deve ci renderemo conto di cosa potremo fare su quello nuovo”. E' una verità assoluta. “Lies, alibis and lullabies” deve ancora fare tanta strada, deve arrivare ancora a tante persone attraverso i concerti che stiamo preparando, non è detto che i tempi di promozione debbano essere strettissimo, possiamo suonarlo per tutta la vita che ci resta se vogliamo. Intanto vi possiamo quasi confermare che a Natale regaleremo un singolo inedito, una cosa rimasta a malincuore fuori dall'album, molto strana, decisamente dance-rock, decisamente 90', buona anche per ballare."
A parte il cd, progetti futuri? Vi sentiremo suonare ancora dal vivo?
"Vogliamo suonare il più possibile, ricominceremo con l'anno nuovo a meno che non arrivino proposte indecenti prima, adesso uscirà un altro video registrato al Kate studio, a Natale si potrà scaricare questo singolo inedito di cui parliamo che si chiama “When you heal my fears”, gratis per tutti i nostri fans, direi che di cose da fare ne abbiamo."
Grazie Rain dogs , sentiremo molto parlare di voi, almeno è questa l'impressione che abbiamo avuto nel locale in cui avete suonato, stracolmo di persone affascinate dal vostro genere musicali, ancora tanti complimenti.